La stanza di Sherlock

“Ho fatto una foto alla stanza di Holmes” – Intervista a Russell Stutler

Due versioni da angolature diverse dell’illustrazione di Russell

Russell Stutler è un illustratore, un musicista, un missionario e un collezionista. Si fa quasi fatica a dare una definizione di questo uomo, nato in Giappone a Fukukoa nel 1956. Attualmente Stutler vive a Tokyo ma è a tutti gli effetti americano, essendosi trasferito in Ohio quando aveva solo un anno. La sua illustrazione della stanza di Sherlock Holmes e del dottor Watson al 221B di Baker Street è una delle più famose, nonché più accurate, che si possano trovare online. Non esiste una copia cartacea di questo bellissimo disegno anche se venne realizzato a mano nel 1995, appena prima che Russell possedesse un computer; nel 2008 una seconda versione, completamente digitale (e definitiva) vide la luce sul suo sito. Da allora sono stati molti i siti e gli editori che hanno utilizzato il suo disegno come una sorta di fotografia dettagliata di quella che doveva essere la stanza che Holmes e Watson dividevano a Londra, dato che, come racconta Russell, ogni dettaglio disegnato arriva solo ed esclusivamente dalle descrizioni che ne Arthur Conan Doyle nei romanzi e nei racconti.
(Qui trovate una lista degli oggetti individuati divisi per racconto o novella.)

Di questo disegno quello che attira inevitabilmente l’attenzione degli adoratori di Sherlock è senza dubbio la possibilità concreta di sbirciare fra dettagliatissimi richiami ad oggetti, posizioni e nascondigli che vengono citati nelle storie e, perché no, anche “correggere” eventuali “imprecisioni”. Si tratta dello stesso fascino che attira migliaia di visitatori allo Sherlock Holmes Museum di Londra o al piccolo ma prezioso museo svizzero di Meiringen: poter vedere e toccare il mito.

Russell è venuto a trovarci: lo abbiamo fatto accomodare su una delle poltrone della Stanza di Sherlock, abbiamo chiesto alla signora Hudson di preparare una tazza di tè nero e una di caffè bollente, ed ecco che cosa ci ha raccontato davanti al camino.


La stanza di Sherlock Holmes e Watson ricostruita perfettamente nel Museo Sherlock Holmes di Meiringen in Svizzera

Quando è nata la tua passione per Sherlock Holmes?

Nei primi anni Novanta. Ho iniziato a leggere le storie di Sherlock quasi per caso, forse perché in quel momento ero un appassionato fumatore di pipa. Ho letto tutti i romanzi e i racconti e li ho amati tanto da rileggerli tutti una seconda volta nel giro di pochissimo tempo. Ho amato i dettagli dedicati alla Londra del 19 secolo con i suoi lampioni a gas, le sue carrozze trainate da cavalli e tutti quei personaggi che fumavano la pipa, ovviamente. Ho amato moltissimo i dialoghi fra Holmes e Watson ma anche Lestrade è stato un personaggio che ho apprezzato. In quegli anni comprai una mappa di Londra e cercai di seguire il filo delle avventure anche lì.

Che cosa ti ha colpito di più fra i dettagli che hai scoperto nella stanza descritta da Doyle?

Quando ho letto le storie la stanza ha iniziato a delinearsi chiaramente nella mia immaginazione. Quando ho letto “The Adventure of the Mazarin Stone” con il suo riferimento al passaggio segreto fra la stanza da letto di Sherlock e la finestra, ho capito che quella stanza era straordinaria e che nessun’altra avrebbe mai avuto quelle caratteristiche tali da incendiare così velocemente la mia immaginazione.

Che tecnica hai usato per realizzare il disegno?

Realizzai il primo nel 1995, prima di possedere un computer, così la disegnai con del semplice inchiostro, credo con un pennarello Rapidograph. La versione più recente del 2008, invece, è completamente digitale: ho realizzato una scansione dell’originale, l’ho convertita in in formato vettoriale per poi poterla modificare al computer.

Una scena tratta dalla serie dedicata ad Holmes dalla Granada Television. Una delle migliori interpretazioni fu quella di Jeremy Brett

Quanto tempo ci è voluto per realizzarle?

Ho realizzato la prima versione mentre mia moglie era in ospedale in occasione della nascita del nostro primo bambino: ero da solo e avevo molto tempo libero per poter disegnare. Credo di averci messo circa 4 giorni. La seconda versione richiese più tempo ma esclusivamente perché in quegli anni gli dedicavo solo il tempo libero essendo particolarmente occupato.

Quale oggetto regaleresti a Sherlock da tenere nella sua stanza?

Non saprei, ma credo un accendino Zippo.

Quale oggetto ruberesti, invece, dalla stanza?

Sarei davvero preoccupato nel farlo anche perché mi beccherebbe immediatamente, ma credo proprio punterei una delle pipe o un bastone da passeggio.

Ci sono stati esperti che ti hanno contattato per correggere qualche dettaglio del disegno?

Ricordo che un giorno mi contattò un’insegnate dato che alcuni suoi studenti volevano sapere dove si trovasse nel mio disegno la cassaforte. Devo ammettere che non l’avevo notata nelle storie, le risposi quindi che era ben nascosta per evitare che i nemici di Holmes potessero individuarla.

Qual è la tua storia preferita di Sherlock Holmes?

E’ una domanda difficile. Oggi ti direi “A Scandal in Bohemia”. Non so bene il motivo, credo perché è rimasta stampata in modo indelebile nella mia mente.