“L’allieva di Sherlock Holmes” di Laurie R. King

Una magnifica storia che fa parte di una saga lunga ben 17 puntate e che riempie un vuoto enorme che i lettori di Holmes non sapevano nemmeno di provare… forse.

Il suo nome da Irregolare è “The Red Circle” e la sua serie di romanzi con protagonista Mary Russel viene definita dai fan “The Kanon” in onore del “Canone” holmesiano classico. Laurie R. King è una scrittrice molto prolifica ma, soprattutto, una grande conoscitrice di Sherlock Holmes.

Quello pubblicato la scorsa estate da Leggere Editore (una costola di Fanucci) è un libro già uscito per Neri Pozza qualche anno fa con il titolo “L’allieva e l’apicultore”. La scelta editoriale di non fare nessun riferimento ad Holmes nel titolo (cercando di restare fedeli all’originale del 1994 “The Beekeeper’s Apprentice“) non è forse stata una scelta vincente dato che la casa editrice non ha più pubblicato nessun altro romanzo della serie. Con una mossa molto furba e una cover che strizza l’occhio a Instagram, Fanucci ha riportato in pista la storia di Mary Russel e l’unica cosa che mi viene da dire è: meno male.

Sulla sinistra l’autrice, sulla destra la cover dell’ultima edizione americana del primo volume della serie.

Ammetto che questa recensione è difficile perché l’unica cosa che vorrei è investirvi di parole – per niente misurate – sulle sensazioni adolescenziali che questo libro ha scatenato in me (trentanovenne non troppo convinta) ma non perché – sia chiaro – si tratti di uno young adult da pochi penny, tutt’altro: questo della King è un bel romanzo, forse non perfetto (ma quanti lo sono?) ma certamente di alto livello e con un merito enorme: immaginare accanto ad Holmes una figura femminile convincente senza distorcere come una pezza lavata il personaggio del detective di Baker Street. Perché? Perché la King rispetta il Canone non solo nelle questioni filologiche o storiche (ma anche quelle, tranquilli) bensì nell’aver guardato in trasparenza Holmes come in pochi sono riusciti a fare.

Ho scritto il libro nel settembre e nell’ottobre del 1987, scrivendo (letteralmente, con quella penna stilografica Waterman) le 280 pagine principali in 28 giorni, un ritmo che da allora raramente ho eguagliato. – Laurie R. King (tratto dalla sua autobiografia).

Se è vero che questo romanzo bello corposo, è un giallo avventuroso con vari casi e misteri collegati fra loro (è importante leggere le storie in ordine di pubblicazione, e spero che Fanucci non ci tradisca mollando il progetto a metà), è anche un viaggio in punta di piedi, non banale, elegante e profondamente emozionante in quella parte di Holmes che Doyle lasciò in secondo piano (facendoci solo “annusare” vagamente qualche vapore): il cuore di Holmes.
No, non aspettatevi niente di banale: Holmes sessantenne e la Mary Russel 15enne non cadono in nessuna retorica romantica, ma sfiorano ogni elemento della relazione complessa fra due esseri umani molto difficili, in modi che mi hanno strappato dentro qualcosa (in senso buono, ovviamente).

Mary è una figura femminile interessante, forse non del tutto originale (orfana, testarda, con un’intelligenza eccellente, un po’ contraria al mondo che la circonda e in cerca della sua identità) ma la cosa meravigliosa è che la sua figura si plasma mano a mano durante la storia, proprio come farebbe un’adolescente, anche grazie allo specchio (rotto) di Holmes.

Dato che non voglio farvi nessuno spoiler, vi dico solo che arriverete ad una scena durante la quale Mary e Sherlock si trovano su una nave e parlano uno con l’altro attraverso la porta chiusa di una cabina: è lì che la King mi ha completamente conquistata. Sentirete tutto quello che dovrete sentire.

Per chiudere questo articolo, ho solo un dubbio e un timore: quello che con il procedere della storia, come succede con le coppie letterarie uomo-donna, la storia si imbarchi, perda la strada, mi deluda, diventi quello che non deve… ma non potrò dirvi altro fino a che non avrò fra le mani il secondo volume (esce il 18 novembre 2022) e, anche in quel caso, il timore potrebbe persistere in attesa del terzo, e così via. Succede così quando ci si è imbevuti di una storia che non ci esce dalla testa, no?

Consigliato: cento volte sì
Adatto agli sherlockiani: sì, ma non è un giallo e basta, ocio.
Da leggere più volte: 
assolutamente sì, e poi ancora sì.