La stanza di Sherlock

SHERLOCK A SHANGHAI DI CHENG XIAOQING – Recensione

Di Giuseppe Spanu

Un investigatore privato flemmatico e il suo assistente e amico vivono in una metropoli multiculturale, brulicante di vita e di crimini… No, non sono Sherlock Holmes e il dottor Watson, ma Huo Sang e Bao Lang e la città è Shanghai negli anni Venti e Trenta del XX secolo.

Dopo il 1911 le opere di Conan Doyle furono pubblicate in cinese; uno dei curatori e traduttori fu lo scrittore Cheng Xiaoqing (1893-1976), che si occupò del canone sherlockiano per un’edizione ancora oggi tra le più ristampate. Cheng aveva già scritto racconti polizieschi per le riviste dell’epoca, ma fu proprio la conoscenza accurata delle avventure di Sherlock Holmes a ispirarlo a creare Huo Sang, il primo vero investigatore privato nella letteratura cinese (fino ad allora gli investigatori erano sempre funzionari di distretto, i cosiddetti mandarini). In verità Cheng non fu il solo scrittore di detective story durante gli anni Venti e Trenta in Cina, ma il suo personaggio divenne così celebre da oscurare tutti gli altri.

Grazie ai suoi racconti Cheng divenne famoso nel genere poliziesco e poté dirigere diverse riviste dedicate a questo ambito letterario fino al 1945. Dopo la seconda guerra mondiale Cheng si dedicò prevalentemente all’insegnamento (aveva un’ottima conoscenza della lingua inglese) e le sue opere furono riscoperte solo negli anni Ottanta. I personaggi di Huo Sang e Bao Lang sono ispirati palesemente a Sherlock Holmes e a Watson, ma Cheng non si limitò a ideare delle semplici copie degli originali: il suo intento era quello di diffondere la conoscenza del metodo logico-deduttivo occidentale nel pubblico cinese, e la razionalità delle detective story sherlockiane gli sembrava adatta allo scopo.

Shanghai negli anni ’30

Huo Sang abita con Bao Lang ad Aiween Road a Shanghai: non è una persona arrogante, non annega la noia nelle droghe, non suona il violino, è sicuro di sé, fuma sigarette, veste elegantemente ma è capace di travestirsi al punto da rendersi irriconoscibile al suo assistente. Bao Lang è un amico fidato, dal temperamento impetuoso, con un alto senso della giustizia, perspicace ma sempre stupito dalle capacità analitiche di Huo Sang. Come nel canone sherlockiano i racconti di Cheng non si occupano prevalentemente di delitti: nell’antologia Huo Sang affronta un solo caso di omicidio (“La scarpa“); negli altri racconti ha a che fare con un ricatto (“L’altra fotografia“); con un rapimento (“Sullo Huangpu“) o con un divertente equivoco (“Lo strano inquilino“). Nel racconto “Il saggio d’esame” scopriamo come Bao Lang fece la conoscenza di Huo Sang; in “Occhio di gatto” invece Huo Sang si scontra con la sua nemesi, l’astuto ladro chiamato “la Rondine della Cina meridionale”, che però non è equiparabile a Moriarty: mentre Huo sang agisce nella legalità per combattere l’ingiustizia, la Rondine opera nell’illegalità come un novello Robin Hood, tanto che l’ultima storia, “Al ballo“, è dedicata proprio a lui.

Il fascino di questi racconti è anche merito della città di Shanghai che fa da sfondo: una metropoli vivacissima, crogiolo di culture e di lingue, frenetica, in bilico tra tradizioni millenarie e modernità ruggente. Consigliato agli sherlockiani e agli amanti del poliziesco.

Cheng Xiaoqing
Sherlock a Shanghai. Il primo investigatore cinese 
ObarraO Edizioni
10,20 euro