“Ospite inatteso a Cabot Cove” di Donald Bain

Se amate “La Signora in Giallo”, questo sarà una lettura perfetta. Il libro, del 2009, è ambientato nella cittadina di Cabot Cove e contiene tutte le delizie che hanno reso immortale questa serie tv dalla quale sono stati poi tratti i romanzi.

Nonostante il mistero principale dei romanzi della Signora in Giallo sia “Come diavolo fanno ad avere delle cover così brutte?” (in questa Jessica sembra la sorella gemella di Jean Claude della Gialappa’s) il loro fascino non perde nemmeno un punto. Questo in particolar modo è delizioso come una tazza di tè caldo dopo una passeggiata nel bosco sotto la pioggia fine (vi siete pure inzuppati un po’ i piedi con quella sensazione delle calze cick-ciack, per capirci). Se siete pronti, sorpassiamo con la corriera il famoso cartello “Cabot Cove 3,560” e vediamo che cosa ha combinato la Jessy in questa avventura. 

Jessica lavora con la macchina da scrivere nella sua casa a Cabot Cove. Sceglierà il computer solo dopo molti anni e negli episodi della serie più recenti.

La trama

Jessica deve consegnare un nuovo romanzo: ha solo un mese di tempo ma sembra proprio che l’ispirazione l’abbia abbandonata; del resto organizzare l’annuale cena del Ringraziamento, essere presente alle prove della recita di rito di cui lei stessa ha scritto il copione e risolvere gialli nella realtà sono tutte cose cha la impegnano parecchio. Ma quest’anno in particolare, in un mite novembre della costa del Maine, ci sono una serie di cose che Jessica dovrà affrontare: una serie di lettere anonime che arrivano nella sua casella di posta, due nuovi vicini di casa dal passato misterioso, un uomo appena arrivato in città ma che sembra tenerla d’occhio e la visita dell’ispettore George Sutherland di Scotland Yard, infatuazione leggera, romantica e deliziosa di Jessica, chiaramente ricambiata.
La “signora F”, come la chiama lo sceriffo Mort Metzger, si troverà a dover risolvere un omicidio improvviso e misterioso che turberà per l’ennesima volta la quiete (presunta) di Cabot Cove e che intreccia personaggi misteriosi, storie del passato e questioni irrisolte. 

Un frame tratto da uno degli episodi in cui Jessica indaga “fuori casa”, in questo caso in Irlanda, tra leggende, folletti e assassini.

Ma com’è questo libro?

Si tratta del trentaduesimo libro scritto dal ghostwriter Donald Bain (1935 – 2017), che nella sua lunga carriera ha dato voce alle avventure della Signora in Giallo in 48 romanzi (solo 8 dei quali non sono mai stati tradotti in italiano). Bain, a mio avviso, è stato davvero bravissimo ed è il ghost che preferisco fra quelli che hanno preso parte a questa avventura. Anche John Land non è affatto male ma la nuova leva, Terrie Farley Moran, ammetto che in “Delitto con charme” (del 2022) non mi ha convinta molto.

Bain aveva un tocco lento ma mai noioso ed è stato capace di riportare sulla carta le atmosfere della serie tv ossia uno degli elementi chiave di un successo che è durato ininterrottamente dal 1984 al 1996 e al quale si sono aggiunti 4 film per la tv girati fino al 2003.
Nei libri i personaggi sono quelli della serie e ci sono riferimenti agli episodi librari precedenti e ad alcuni episodi televisivi, il tutto condito da dialoghi garbati e ben delineati. Questo non toglie che ogni romanzo possa essere letto da solo, senza bisogno di partire dall’inizio della serie (anche se io ve lo consiglio: “Gin e pugnali”, il primo della serie, è magnifico).

Non sono affatto libri “brutti” anche se molti li considerano tali forse perché particolarmente legati all’idea che la serie sia “da anziani”. Si tratta di un pregiudizio che mi sento di sfatare con forza. Alcune storie sono più “forti” di altre, ma sostanzialmente le trame gialle reggono benissimo, il ritmo è costante e il pregio di Bain è quello di coccolarci anche con descrizioni e racconti della vita cittadina di Cabot Cove proprio come fa la serie tv. 

Jessica con Seth mentre parlano insieme di un caso nella cucina della scrittrice

L’altro pregio enorme che io adoro incondizionatamente, sia della serie che dei romanzi, è la soavità e insieme la ferma gentilezza di Jessica Fletcher, personaggio tutt’altro che scontato se lo analizziamo meglio cercando di lasciarci alle spalle la sua reputazione di “signora ammazza-tutti”.

Fletcher è una donna non più giovane (cosa insolita per la protagonista di una serie/film/libro di successo), è vedova e si è ricostruita una vita da sola attorno alla sua passione per la scrittura. Vive un grande successo internazionale grazie ai suoi libri gialli ma senza dimenticare nemmeno per un attimo le sue radici, i suoi affetti e le sue amicizie che, va sottolineato, sono prevalentemente maschili. Sia nella serie che nei libri il tema dell’amicizia uomo-donna è costante e il rapporto di Jess con Seth Hazlitt, il dottore del paese, per esempio, è una delle cose più belle che potrete leggere o guardare mai nella vita perché rimane equilibrato, reale, forte e intenso. 

Un frame tratto dall’iconica sigla della serie tv: anche gli outfit di Jessica sono meravigliosi

Lo stesso dicasi per tutti gli uomini “forti” che Fletcher deve affrontare sia come detective dilettante (che ragiona, però, meglio di tutti gli sceriffi e capi dipartimento del mondo) sia come donna in un mondo maschile. La cosa che sempre e più di tutte mi lascia innamorata di lei è la sua capacità di stare al mondo: vivere qualsiasi situazione senza (quasi) mai sentirsi a disagio. Educazione, rispetto, modi garbati e generosità sono le sue caratteristiche principali, chiavi che le permettono di essere ineccepibile sia durante una cena fra amici nella parrocchia di Cabot Cove (anche se gli elementi religiosi nella serie e nei libri sono assenti, altro tratto che apprezzo per la sua inclusività), così come durante una serata di gala a New York.

Leggere i libri e guardare la serie è un modo per capire come affrontare anche le situazioni più faticose e fastidiose con una sensata educazione, senza cercare lo scontro, allontanandosi dalla polarizzazione e imparando che ascoltare chi abbiamo davanti significa partire dal presupposto che potremmo anche cambiare idea. 

Alcuni gadget ispirati alla serie: il Funko dovete comprarlo da siti esteri, in Italia è difficile trovarlo; il cofanetto con i dvd della serie; una t-shirt che recita “Li ho uccisi tutti io”

Sono una fan

Ho sempre intravisto “La Signora in Giallo”: in tv era impossibile non imbattersi in quella sigla almeno una volta, ma la mia fiamma si è riaccesa circa 5 anni fa quando uno sciocco mal di pancia mi aveva messo KO dopo il lavoro. Sola in casa, in attesa che mio marito concludesse il turno in redazione (fa il grafico), mi misi sul divano con il computer sulle gambe e la coperta d’ordinanza e iniziai a navigare su YouTube: comparve un episodio della serie e così iniziai a guardarlo. Non solo mi rilassai totalmente ma iniziai a chiedermi per quale razza di motivo io, amante dei gialli, non stessi già cercando di recuperare tutta la serie tv in DVD (cosa che poi, ovviamente, ho fatto) e tutti i romanzi (sono a buon punto).

Una felpa che adoro alberga nel mio armadio e recita, scritta bianca su fondo nero: “What would Jessica Fletcher do?” ossia “Cosa farebbe Jessica Fletcher?”: per me è un piccolo mantra da usare quando ho bisogno di un punto fermo nella vita. Grazie zia Jessy. 

Recuperate quando potete nei mercatini dell’usato ma anche in libreria, i romanzi della Signora in Giallo perché sono davvero letture piacevoli e affascinanti pur nella loro semplicità.