La stanza di Sherlock

Il detective Kindaichi – Recensione

Il secondo romanzo pubblicato in Italia di un autore che è stato il massimo esponente del crime nipponico di ispirazione classica

Qualcuno lo ha definito il “Dickson Carr giapponese”, altri lo etichettarono come il “Simenon d’Oriente”, eppure la cifra stilistica di Yokomizo Seishi, nato a Kobe nel 1902, è del tutto sua anche se chiaramente e apertamente ispirata alla storia del giallo classico, con particolare riferimento al mondo letterario della “camera chiusa”.

Il detective Kindaichi” è il secondo titolo di questo ex-farmacista pentito datosi alla carriera di giallista, pubblicato nel nostro paese. La prima volta, nel 1986, fu il turno di Mondadori con “L’ascia, il koto e il crisantemo“, ora è il turno di Sellerio, che da pochi mesi ha dato alle stampe per la sua collana “La memoria” questo romanzo originariamente pubblicato nel 1973. La scelta è ottima, perché è in questa storia che fa la sua comparsa per la prima volta il detective Kōsuke Kindaichi, ragazzo ventenne dai capelli ricci ed arruffati, vestito in modo trasandato ma che emana un fascino al quale pochi riescono a sottrarsi.

– Bene! E adesso? Che cosa hai intenzione di fare?
– Diventare un detective
– Un detective? – chiese Ginzō fissando incuriosito il suo giovane amico. Poteva essere una buona idea. In fin dei conti, non era un tipo fatto per un’occupazione stabile.

YOKOMIZO SEISHI

Osservatore, leggermente balbuziente, poco incline alle chiacchiere, il giovane Kindaichi non è per questo così presuntuoso come viene presentato nell’introduzione che ne fa Sellerio, a maggior ragione se pensiamo ai picchi di “simpatia” di Sherlock Holmes o a quelli di Hercule Poirot. Piuttosto, per gli amanti dei manga e degli anime, ricorda molto “L” uno dei due eroi della storia “The Death Note“.

Kōsuke presenta dei tratti che sono omaggi ai grandi detective della storia del giallo: a partire dal passato legato alla droga a causa della noia, passando alla capacità di mettere in scacco con astuzia e intuito il suo avversario, che in realtà risulta più un caso da studiare che non un cattivo al quale addossare la colpa morale degli eventi delittuosi.

Un bellissimo ritratto dell’autore Yokomizo Seishi

La trama

In una notte di fine novembre la neve cade silenziosa e bianchissima sulla tenuta degli Ichiyanagi, ricca e influente famiglia di possidenti terrieri. Il primogenito Kenzō sta per convolare a nozze con la giovane Kubo Katsuko. Un matrimonio mal sopportato dalla famiglia dell’uomo che però non demorde e riesce a portare all’altare la donna.

Quella stessa notte, dopo la cerimonia, risuonano nell’aria fredda le note di un koto, strumento giapponese parente alla lontana della cetra e un grido dirompente di uomo o forse di donna. Nella loro dépendance nuziale vengono trovati i cadaveri dei due sposi, uccisi a colpi di spada giapponese.

E’ lo zio della ragazza a chiedere l’aiuto del suo giovane amico Kōsuke Kindaichi per svolgere le indagini che sono in mano all’ispettore Isokawa: nessuna orma è stata trovata nella neve fuori dall’abitazione, la stanza è chiusa dall’interno. Come e chi è riuscito a compiere il delitto senza lasciare nessuna traccia?
Da qui partono le indagini che si dipanano fra un misterioso uomo dal volto deturpato e con sole tre dita, il suono quasi sovrannaturale del koto che nessuno stava suonando e una libreria piena di gialli classici che campeggia nella villa degli ex feudatari.

“Non aveva certo bisogno né della lente d’ingrandimento, né del metro a nastro per risolvere quel caso. Presto ci sarebbe arrivato da solo.

Yokomizo Seishi

Il romanzo parte un po’ lento nella prima ventina di pagine ed è lo stesso autore a raccontare di essere venuto a conoscenza della vicenda grazie al misterioso dottor F e ai racconti dei cittadini che non perdono occasione per narrare la propria versione del caso del “koto stregato”. Seishi narra la vicenda come si trattasse di un episodio di cronaca del tempo.
L’attacco lento, però, ci porta immediatamente nel mood orientale ed è praticamente impossibile, dopo pochissimo, non rimanere invischiati nella storia che sembra continuamente trovare soluzioni semplici ma che prendono per il naso il lettore, fino al finale, complesso e interessante.

Per comprendere l’orrore di questa vicenda non basterà chiedersi come si sono verificati gli eventi. Bisognerà piuttosto interrogarsi sul perché siano dovuti accadere.

Kindaichi Kōsuke

Libro dalle atmosfere silenziose e misteriche, ricco di personaggi, ma condito con tratti occidentali, “Il detective Kindaichiè un giallo classico a tutti gli effetti che non lascerà a bocca asciutta gli amanti di questo genere, anzi, speriamo che questa di Sellerio sia solo la prima di una serie di tradizioni di questo autore.


Consigliato: sì
Adatto agli sherlockiani: sì
Da leggere più volte:


Yokomizo Seishi
Il detective Kindaichi
Sellerio, 2019
euro 13,00