“Il nuovo tempio di Dio” di Laurie King

Il secondo volume della King con protagonista Mary Russel, allieva del detective di Baker Street, stupisce: poteva essere un disastro clamoroso, invece è un capolavoro di equilibrio.

Ero preoccupata, lo ammetto.
Dopo aver letto il primo libro che la scrittrice e studiosa holmesiana Laurie King ha dedicato alla storia della giovane orfana Mary Russel e al suo incontro con Holmes, apicultore ormai (apparentemente) ritiratosi nel Sussex, temevo che la china discendente fosse lì ad aspettarmi, anche perché sì sa, dopo una salita…
Anche per questo ho aspettato parecchi mesi prima di tornare nella Londra dei primi anni Venti del Novecento insieme a Holmes e a Russel, eppure non avrei mai più voluto andarmene.

Laurie King cammina su un filo

L’operazione della King è, sulla carta, una delle più rischiose nel mondo holmesiano: affiancare al detective una figura femminile e costruire storie gialle (fra l’altro complesse e belle) in cui si crei un duetto fra Holmes e un nuovo personaggio. La questione è che Laurie King ha dalla sua una conoscenza profonda di Sherlock che l’ha portata ad un’interpretazione che non si è fermata alle pagine di Doyle ma ha rilevato, come farebbe un rabdomante, quello che sta sotto quella terra apparentemente arida e fatta di formule chimiche, terra smossa, fango del Tamigi e accessi di noia.

La King ha rivelato nei suoi romanzi che Holmes, arrivato a quasi 60 anni, non ha affatto cambiato carattere bensì ha incrociato sulla sua strada qualcuno di così simile eppure diverso da lui (se non altro per genere) da portarlo a mostrarci palesemente qualcosa che potevamo solo intuire pur rimanendo sempre se stesso. Mary Russel è il detonatore di Holmes così come Holmes lo è della Russel.

La King cammina sul filo ma è incredibilmente brava a non cadere mai anche perché questa esibizione è senza rete. Holmes non smette mai di essere Holmes, Russel cambia davanti a noi come è inevitabile che sia data la sua età (nel secondo libro ha 21 anni, nel primo 16) e dato il fatto di essere diventata un’ereditiera grazie alla fortuna di famiglia. Questo non sposta di un solo millimetro l’asse perfetta che collega i due, un incantesimo che è merito della King.

È Holmes?

Quello che certamente non dovete aspettarvi è di trovare un romanzo che ricalchi le orme di Doyle (se non per le atmosfere e la sagacità delle trame gialle) perché Laurie King vuole raccontare la storia di due esseri umani (incredibili) e lo fa tenendo di base una trama gialla (interessante) e costruendo una relazione perfetta fra i due. È un giallo? Sì ma non aspettatevi di aver solo voglia di sapere chi è il colpevole, perché la vostra attenzione sarà risucchiata dal resto. È possibile pensare che quello raccontato dalla King sia davvero Holmes? Sì, a mio avviso, senza nemmeno pensarci una sola volta. Ho ritrovato in questi romanzi – che non sono privi di “difetti” – la lettura che per anni ho sentito dentro di me su questo personaggio. Ero innamorata prima, adesso è pure peggio, insomma.

Difetti?

Laurie King, oltre ad essere una Baker Street Irregular e vincitrice di una serie di premi infinita nell’ambito della scrittura mistery, è anche una dottorata onoraria in teologia. Grazie a questo libro, anche se non ve lo avessi rivelato io, lo avreste sospettato da soli.
La storia ha dei picchi di analisi su un tema eccezionale e difficilissimo: l’esegesi biblica ebraica sul genere di Dio (sì, esatto, che Dio fosse in realtà femmina, o né maschio né femmina). Si tratta di brani del romanzo che potevano essere dei sassi sugli alluci ma, fidatevi, non lo sono. King scrive talmente bene che quelle pagine scorrono senza grossi problemi e no, non solo molte.

È un romanzo “lento”? Non nel senso negativo del termine: costruire una storia attorno a Holmes e Mary richiede i giusti spazi e la King un po’ ci prende gusto ma non c’è niente di noioso. Lo amerete, e il fatto che si dilunghi aumenterà la gioia.

Un elemento che c’è

Sappiate che in questo romanzo troverete un po’ meno Holmes in termini di narrazione ma lui, fidatevi, non se ne andrà mai in questo romanzo, anche se non viene citato per qualche capitolo.
Sappiate anche che c’è una cosa che la King è stata maestra a creare: una forma di sensualità che pervade interamente il romanzo. A me ha fatto impazzire d’amore.

Trama in breve

Mary, ormai maggiorenne e in possesso dell’eredità di famiglia, si è laureata in teologia ad Oxford. Torna a trovare Holmes per Natale ed è a Londra che scopre l’esistenza, grazie ad una amica, della missione “Il nuovo tempio di Dio” gestito da una figura femminile carismatica e magnetica: Margery Childe. Mary inizia a frequentare Margery che le chiede lezioni di teologia ma nel frattempo Veronica, amica di Mary, rischia la vita cadendo sotto i binari della metropolitana. Russel sa che non si è trattato di un incidente e misteriose morti di altre donne collegate al tempio, spingono Russel ed Holmes ad indagare.

Vorrei dirvi altre mille cose ma rischio di farvi lo spoiler del secolo, quindi, silenzio. Se leggerete la saga di Mary Russel, fatemelo sapere: ho disperato bisogno di parlarne per ore con qualcuno.

Consigliato: mille volte
Adatto agli sherlockiani: ad alcuni
Da leggere più volte: 
senza dubbio