
Il primo libro di una serie amatissima con protagonista un giornalista freelance alle prime armi in una Milano grande e spigolosa. Enrico Radeschi indaga su un omicidio che richiama i grandi thriller americani.
Radeschi sono io. Lo so che la frase sembra un po’ strana, sa di slogan pubblicitario o di frase per una campagna sociale, ma la verità è che la storia di questo giovanotto che vuole iniziare a fare il giornalista mi ha fatto rivivere tutta la trafila che bisogna affrontare – lunga e piena di gentaccia – per tentare di trovare una strada. Sì, “gentaccia” perché lavorare senza essere pagati è la regola principe in questo ambiente, ma a volte – citando Calvino – “in mezzo all’inferno” si salva qualcosa che “non è inferno” e devi provare a “dargli spazio, farlo durare”. A me è successo un milione di volte, a Enrico Radeschi protagonista di questo romanzo anche, fino a che gli piomba addosso l’evento scatenante che cambia le cose. Non per magia, sia ben inteso, ma per caparbietà, per sesto senso: uccidono un avvocato importante in una delle piazze più belle di Milano, e da lì inizia la storia.

Alla serie del giornalista hacker Radeschi sono arrivata tardi – ma per me è sempre così – perché il primo libro è datato 2016. Eppure da allora sono usciti altri 10 romanzi, l’ultimo nel gennaio del 2025. Il problema è che ho sempre avuto un pregiudizio sui gialli italiani e per di più ambientati a Milano, dove vivo. Non so bene il perché, lo ammetto: forse è che per evadere leggendo, voglio stare altrove e non in piazza Mercanti dove passo per andare a fare un giro; e se poi il delitto è ambientato a pochi isolati dal mio quartiere, quello dove sono nata e vissuta, no, non ce la posso fare. Eppure appena finita l’ultima pagina di questo romanzo, ho subito fatto due cose: la prima è stata andare a cercare quale fosse il secondo libro della serie; la seconda è stata andare a visitare il santuario di San Bernardino alle Ossa, un luogo incredibile che, in parte, è il fulcro della vicenda gialla del libro. Insomma: mi è piaciuto proprio tanto questo romanzo e a Paolo Roversi sarò sempre grata per avermi tirata fuori dal mio antro di lettrice “esterofila”.

La trama
Siamo nel 2001, Enrico, lo dicevamo, è un ragazzo della Bassa Padana ma a Milano sta cercando una strada, possibilmente per scrivere di cronaca, meglio se nera.
Mentre sta affrontando un colloquio in un bar con l’ennesimo giornalista d’esperienza che sta per chiedergli di lavorare gratis “per farsi le ossa”, una telefonata li avverte che ad un tiro di schioppo dal Duomo è stato trovato il corpo di un noto avvocato. Prima di morire, però, Sommese ha tentato di tracciare per terra un simbolo con il suo sangue ed è Enrico, che corre (letteralmente) sulla scena del crimine, a notarlo per primo.
È con il vice questore Loris Sebastiani che Enrico dovrà fare i conti perché uno avrà bisogno dell’altro, e viceversa, per arrivare alla soluzione del caso che intreccia anche la misteriosa morte di alcuni ragazzi caduti nella trappola di una donna che uccide nei giorni di festa, la “Mantide”. Fra patti segreti, confraternite, storia della città, misteri e piani diabolici degni di un thriller americano alla Cussler, Radeschi si fa le ossa, scopre la sua attitudine per i computer, cerca di non farsi uccidere, si innamora, mangia molta pizza con il suo coinquilino Fabio, apre un blog per raccontare la sua Milano nera e cresce (non solo professionalmente).
Com’è questo libro, quindi?
In una puntata della Signora in Giallo, Jessica Fletcher suggerisce ad un suo alunno aspirante scrittore di “partire dal raccontare quello che si conosce bene”. Forse Paolo Roversi non ha visto quella puntata ma il consiglio l’ha chiaramente seguito. In Enrico – sbirciando un po’ la sua biografia – c’è molto della sua esperienza, della Milano nella quale è arrivato da Suzzara, della strada fatta per scrivere, della sua determinazione, e della passione per il giallo in tutte le sue forme. Ed ecco, a mio parere, come mai questo libro è così bello, scorre così bene, mescolando con un equilibrio non scontato, la storia di formazione di Enrico – al quale è impossibile non affezionarsi – quella del caso dell’omicidio Sommese e un intrigo avvincente che ricorda i grandi thriller americani. Mica facile.
Paolo Roversi
La confraternita delle ossa
Marsilio
euro 14,00