“Il caso della Matilda Briggs”. Martin Mystère indaga con Sherlock Holmes

Un pastiche fra le avventure del noto professore che indaga i misteri e il detective più famoso del mondo: operazione riuscita?

Non è ben chiaro come mai quel geniaccio dai tratti rassicuranti di Arthur Conan Doyle abbia lasciato così tanti casi aperti fra le pagine delle storie di Sherlock Holmes. Chi ha letto almeno qualcuno dei 56 racconti che compongono una parte del Canone doyliano, sa che Watson e Sherlock citano alcuni “titoli” di avventure risolte ma mai divulgate al pubblico. Il “Caso della Matilda Briggs” meglio conosciuto come “Il caso del ratto gigante di Sumatra” è uno di questi, anzi probabilmente quello che ha suscitato maggiore curiosità fra i lettori e gli scrittori di apocrifi.

Bonelli Editore ha dato spazio agli sceneggiatori e disegnatori Ivo Lombardo e Andrea Artusi per portare uno dei loro più noti indagatori, il professor Martin Mystère, sulle tracce del topozzo gigante o meglio sulle tracce di questa fantomatica nave, la Matilda Briggs, che era rimasta lì, fra il lusco e il brusco, appesa senza storia nel caso de “Il vampiro del Sussex” di Arthur Conan Doyle apparso per la prima volta nel 1924 e poi inserito della raccolta del 1927, “Il taccuino di Sherlock Holmes”.
Watson cita in quell’avventura il caso Briggs, definendolo come qualcosa “per il quale il mondo non era ancora pronto”. Pensa te.

Una delle tavole interne del fumetto dedicate al flashback vittoriano

Quello con protagonista Mystère, la moglie Diana e il fido compagno di avventure ( e uomo di Neanderthal vero) Java, è un fumetto che parte dal ritrovamento di una cassetta di sicurezza piombata di proprietà di John Watson, all’interno della quale si trovano documenti segreti inerenti a casi mai rivelati trattati da Sherlock Holmes. Sì, questa storia è completamente inserita in quello che viene definito dagli Holmesiani/Sherlockiani di tutto il mondo come “The big game“, ossia la convinzione (giocosa ma portata avanti con grande serietà) che Sherlock e John siano davvero esistiti e che Doyle fosse semplicemente l’agente letterario di Watson.

Data questa premessa il fumetto parte subito con alcune tavole in flashback pienamente vittoriane che ci mostrano i due coinquilini del 221B di Baker Street alle prese con questa preziosa cassetta ricca di documentazioni segrete. I personaggi portati sulla carta ad interpretare i due, sono gli attori Basil Rathbone (Holmes) e Nigel Bruce (Watson) della mitologica e bellissima serie di film che fra la fine degli anni 30 e i primi dei ’40, diede vita ad alcune avventure spurie del detective londinese. Le fattezze del fratello di Holmes, Mycroft (che fa una capatina in alcune tavole del fumetto) sono state invece ispirate da un’altra serie di film per la tv, quella con protagonista il mio unico e indiscusso amore (nonché unico Holmes cinematografico davvero perfetto, a mio avviso) , l’attore Jeremy Brett (scomparso purtroppo nel 1995).

Mystère verrà chiamato a Londra da un suo collega e professore che parteciperà ad un’asta pubblica per aggiudicarsi quella magnifica cassetta segreta, ritrovata intatta dopo un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma il professore non è certo l’unico a voler mettere le mani su quelle storie e su quei codici che nascondono un segreto incredibile e per il quale il mondo non è ancora pronto (nemmeno questa volta).

Holmes e Watson con le sembianze degli attori Nigel Bruce e Basil Rathbone

Nel fumetto c’è molta azione, i dialoghi sono credibili, anche se a volte sono un pochino didascalici, forse per evitare che chi non ha idea di chi siano Holmes, Watson e compagnia cantante, si perda completamente. I disegni sono molto belli e le tavole in stile vittoriano sono davvero perfette (ho sentito umidità nelle ossa e il calore fioco delle candele fino a qui…).
La storia è avvincente e il mistero indagato e scoperto dal professor Mystère è davvero terribile e molto contemporaneo.
La storia è a sé stante e si conclude pienamente con l’ultima pagina dell’albo ma, per fortuna, con uno spiraglio aperto che prelude, speriamo, ad altre puntate “apocrife” come queste.

Consigliato: sì
Adatto agli sherlockiani: si
Da leggere più volte: 
no

Ivo Lombardo e Andrea Artusi
Martin Mystère. Il caso della Matilda Briggs
Bonelli Editore
Euro 6,50 (pag. 158)