La mummia sussurrante – I tre investigatori – Recensione

Una serie storica di gialli per ragazzi – i Tre Investigatori – che la Mondadori portò in Italia dopo un successo enorme negli Stati Uniti e in Germania.

L’idea di segnalare come autore del romanzo Alfred Hitchcock fu una mossa di marketing da parte di Mondadori ma in effetti il regista una parte in questi romanzi per ragazzi, ce l’ha eccome anche se non li ha scritti lui. Ma cerchiamo di iniziare dall’inizio, come sempre.

I gialli di Hitchcock

Da ragazzina, ne avevo parecchi a casa di questi libri per ragazzi in casa: mi erano stati regalati da una vicina di casa ormai cresciuta che non li avrebbe più letti. Tombola! Peccato che a me i gialli non erano mai piaciuti: a 14 anni leggevo i classici oppure i romanzi d’amore perché avevo bisogno di immedesimarmi e anche di sentirmi elevata culturalmente (e sono anche certa di non aver capito nemmeno la metà di Anna Karenina in quei due tomi giganti e grigi della BUR, così come di Delitto e castigo). Eppure eccomi qui, a 40 anni, a spulciare nei mercatini dell’usato, inginocchiata nelle pose più innaturali pur di raggiungere uno scaffale scomodissimo che però è tutto pieno di libri dalla costa gialla. Il cartellino sullo scaffale, scritto a penna su un foglio a quadretti appiccicato con due pezzetti di scotch, recita due parole per me magiche: “Gialli economici”. Sono a casa, gente.

Alcune edizioni americane della serie “I tre investigatori”

Il giallo ai mercatini

E non solo in quel di un capannone di cose usate ad Agrate Brianza trovo “I trentanove scalini” di John Buchan, un classico dei classici del giallo che leggerò a breve, ma ecco che “La mummia sussurrante” attira anche me – non solo i protagonisti del romanzo – e così per 2 euro il libro piccino diventa mio.

Lo leggo subito, il pomeriggio stesso, e capisco che la qualità di questi romanzi della serie dei “Tre investigatori” è molto alta. La storia mi piace e ai protagonisti, Jupiter Jones, Pete Crenshaw e Bob Andrews, mi affeziono velocemente. Jupiter ha chiaramente una marcia in più: è carismatico, tridimensionale, ha senza dubbio qualcosa che non va eppure i suoi amici lo seguono, lo ammirano: lui è l’investigatore capo del trio, che si riunisce in una vecchia roulotte dentro ad un magazzino di oggetti usati gestito dallo zio e la zia di Jupiter. Questo romanzo per ragazzi sembra un film e poi, studiando un po’, capisco perché. In più quel capannone di roba usata sembra lo stesso dove sono incappata nel romanzo: coincidenza.

Chi è l’autore di questi gialli?

La serie de “I tre investigatori” nasce dalla penna di Robert Arthur, un autore nato nel 1909 che scriveva sceneggiature per la radio e per la tv. Non è uno qualsiasi: alcuni suoi radiodrammi vinsero due volte l’Edgar Award, uno dei più importanti premi del mondo per la letteratura gialla e thriller. Nel 1959 Arthur, inoltre, lavora alle sceneggiature di alcun programmi tv collaborando con il regista Alfred Hitchcock, ed è qui che nasce una sorta di simposio fra i due.

Lo scrittore sarà il ghost writer di numerose antologie di romanzi e racconti gialli e horror che verranno pubblicate con il nome del regista inglese, che avrà poi un ruolo anche nei romanzi per ragazzi di Arthur.
Nella serie “I tre investigatori” Hitchcock è una sorta di Pigmalione dei tre amici: gli sottopone alcuni casi e chiede loro di aggiornalo con un rapporto finale per capire come è andata a finire l’indagine.

Robert Arthur e Alfred Hitchcock

Robert Arthur scriverà 10 romanzi di questa serie per ragazzi che poi verrà portata avanti da altri autori sempre con il nome-civetta di Hitchcock per attirare attenzione e pubblico. Questi sono i titoli scritti da lui:

– Il castello del terrore (1964)
– Il pappagallo balbuziente (1964)
La mummia sussurrante (1965)
– Il fantasma verde (1965)
– Il tesoro scomparso (1966)
– L’isola dello scheletro (1966)
– L’occhio di fuoco (1967)
– Il principe e il ragno (1967)
– L’orologio che urla (1968)
– Il teschio parlante (1969)

Un’immagine dei tre investigatori (Jupiter è al centro) in uno dei due film dedicati alla serie che non sono però mai arrivati in Italia ma è possibile vedere in lingua su You Tube, qui e qui.

Ma com’è questo romanzo?

“La mummia sussurrante” è un mystery avventuroso che è possibile leggere senza conoscere le storie precedenti della serie. Nell’introduzione al romanzo, infatti, c’è una sorta di riepilogo del contesto, della storia dei tre giovani detective, e una descrizione del loro bellissimo quartier generale pieno di oggetti, scartoffie e invenzioni geniali.

Un giorno i ragazzi ricevono due lettere, due proposte di collaborazione per la soluzione di un’indagine. La prima è relativa alla scomparsa di un gattone soriano, mentre la seconda arriva da un professore di egittologia che sostiene di sentir sussurrare una mummia vecchia di 3000 anni che si trova nella sua casa-museo in stile spagnolo. A quale dei due casi si dedicheranno i detective secondo voi?

Fra mille peripezie e qualche pericolo, i tre risolveranno il mistero che è decisamente più intricato di quello che sembra, fra antiche maledizioni egizie, inseguimenti, travestimenti e un nuovo amico.

È un giallo?

Nonostante in questo romanzo non ci sia un cadavere, possiamo fare uno strappo alla regola e indicarlo lo stesso come giallo dato che ci sono indagini, depistaggi e molta avventura. Nella letteratura gialla per ragazzi accade spesso che la parte più truce del giallo classico venga alleggerita a favore di una maggiore dinamicità degli eventi che va a sostituirsi alle “induzioni da poltrona” e agli omicidi efferati.

Sherlock e Jupiter

Va detto che l’eroe al quale si ispira Jupiter, il capo investigatore, è proprio Sherlock Holmes, quindi la tipologia di indagini si basa sempre sull’abduzione e l’analisi attenta dei dettagli oltre che alla collaborazione fra i tre ragazzi che hanno ognuno un proprio punto forte da sfruttare per portare a termine le indagini.

Il romanzo non ha un ritmo contemporaneo, ma è avvincente pur prendendosi il suo tempo per sviluppare le dinamiche fra i personaggi e le descrizioni. È figlio del suo tempo (siamo fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta), ed è anche la sua forza. Si tratta di un’avventura a tutto tondo, senza elementi horror, ma ricca di mistero. Ma la qualità nel linguaggio, nella costruzione della storia, nello sviluppo dei personaggi, lo rende un libro di qualità. In più sarà impossibile che non vi chiediate più volte durante la lettura, come è possibile che la mummia sussurri.

Ora c’è solo un problema: sento già dentro di me la chiarissima tentazione di avviare la collezione di questi romanzi – almeno quelli scritti da Arthur – quindi… terrò gli occhi aperti durante le mie peregrinazioni nei mercatini dell’usato. Fatelo anche voi e, se li vedete, godetevi una delle loro storie: ne vale la pena.