La stanza di Sherlock

“A.s.s.a.s.s.i.n.a.t.i.o.n” e “Il figlio di Sherlock holmes” di Guido Sgardoli

Due romanzi, uno l’ideale seguito dell’altro, usano con una maestria rara la figura del detective di Baker Street come filo conduttore di una storia avventurosa fra metaletteratura e misteri da risolvere. Ne ho parlato anche con l’autore, Guido Sgardoli.

In questo articolo vi parlerò di due romanzi, “A.s.s.a.s.s.i.n.a.t.i.o.n. L’incomparabile avventura del figlio segreto di Sherlock Holmes” pubblicato nel 2009 e “Il figlio di Sherlock Holmes” del 2018. Mi sono trovata talmente bene fra le pagine di queste storie che ho cercato subito di scoprire qualcosa sul loro autore e, dato che oggigiorno le distanze fra le persone sono sempre più brevi, con Guido ho parlato: prima di tutto per dirgli che ero diventata una sua fan irriducibile e, in seconda battuta, che ora ho un solo obiettivo: aspettare di leggere il terzo romanzo di questa serie. Ma arriverà? La sua risposta è stata: “Mi sa che si può fare”. Evvai.

“Come sempre, quando si scrive un giallo – mi spiega Guido Sgardoli – la cosa più complicata è la trama, che deve funzionare come i meccanismi di un orologio. Tutto si deve incastrare e scorrere in maniera fluida. La parte più facile e divertente dello scrivere questi due romanzi è stata invece quella di inserire i personaggi di libri famosi”. Già, perché la storia che vede protagonisti David Pip e Calum Traddles, due amici che si trovano rinchiusi nell’orfanotrofio di Montague Hall, è un giallo vero e proprio ma anche un romanzo d’avventura fantastico in cui, in una realtà puramente vittoriana ricca di dettagli e particolari perfetti per creare la giusta atmosfera, i due incontreranno i personaggi dei più famosi romanzi per ragazzi: dai tre uomini in barca di Jerome K. Jerome (perfetti compagni di avventure lungo il magico Tamigi), passando per il mostro del dottor Frankenstein, l’uomo invisibile di Welles, ma anche Poirot, Dracula, Edgar Allan Poe e poi, ovvio, Sherlock Holmes.

LA TRAMA

David legge sul The Times che Sherlock Holmes è scomparso in Svizzera, ma non può essere morto. David che così tanto sente di assomigliare al grande detective grazie alle sue capacità di deduzione, al suo acume e alla sua logica ferrea, tanto da crederlo suo padre, vuole scappare dall’orfanotrofio e mettersi sulle tracce di Holmes, parlargli e, perché no, iniziare il suo apprendistato accanto a lui. Insieme al suo amico Calum, fanatico di dolci e pronto ad affrontare la sua pigrizia e le sue paure, David affronterà un lungo viaggio che inizierà con la fuga rocambolesca da Montague Hall, passerà per una stanza sudicia nelle mani di un criminale che sfrutta i più piccoli per i traffici nei sobborghi della città, per arrivare alle porte di Baker Street dove l’incontro con John Watson darà vita alla seconda parte di un percorso incredibile che punta dritto verso le cascate di Reichenbach.
Non voglio raccontarvi troppo del secondo romanzo, però perché rischio lo spoiler e non me lo perdonerei mai ma sappiate che le avventure proseguono e che David e Calum si troveranno a dover affrontare un vero caso, tutto per loro e ad aiutarli (ma anche ad ostacolarli) ci saranno di nuovo i personaggi dei romanzi: da Poe che sarà fondamentare per decifrare un codice, passando per la signora Hudson, i tre uomini in barca e anche alcuni personaggi dei racconti dello stesso Arthur Conan Doyle.

Ma come sono, quindi, questi romanzi?

Le due storie create da Sgardoli, uno dei più bravi e prolifici scrittori per ragazzi con oltre cento romanzi al suo attivo, sono eccellenti. Sono dedicate ai ragazzi, è vero, ma come succede coi buoni libri le etichette saltano per aria e chiunque potrà perdersi, palpitare, emozionarsi e tifare per i due ragazzini di Montague Hall (o di Baker Street…).
Anche Guido conferma il successo dei romanzi: “I libri sono piaciuti a tutti, indistintamente. Ho avuto risposte molto positive dal pubblico, tant’è vero che “Assassination” (il primo libro) è stato pubblicato dodici anni fa ma continua ad essere ristampato”.
E poi c’è lui, Holmes, che come un faro nella notte fa da punto fermo in questa storia bellissima e che, secondo Sgardoli, trasmette valori molto importanti ai giovani come per esempio “non avere preclusioni, essere di mente aperta, raccogliere informazioni, vagliarle, verificarle e solo allora esprimere una teoria o un’opinione, che dovrà comunque essere confermata. Il metodo scientifico di cui Dupin e Holmes sono portabandiera è utilissimo nella vita di tutti i giorni, per capire, per analizzare, per trovare soluzione ai problemi, per discernere tra bugie e verità. In una parola, per farci diventare cittadini migliori”.

Se volete incontrare tanti personaggi a cui volere bene, se avete voglia di avventura, amicizia, misteri e un viaggio nella letteratura migliore, questi due libri dovreste averli già comprati mentre finite di leggere questo articolo.

Consigliato: sì, sì, ho già detto “sì”?
Adatto agli sherlockiani: ma certamente!
Da leggere più volte: 
assolutamente sì