“Il Dio di Gotham” di Lindsay Faye

Il primo romanzo di una trilogia ambientata nella New York della metà dell’Ottocento mentre nasce il primo corpo di polizia della città.

Nei ringraziamenti alla fine di questo romanzo, Lindsay Faye scrive: “Grazie ad Arthur Conan Doyle per avermi insegnato che aspetto ha l’eroe di una storia”. L’ha imparata benissimo la lezione, non c’è che dire, tanto che questa storia è stata persino candidata, nel 2013, ai prestigiosi premi americani “Edgar Alla Poe Awards”: non proprio la sagra del paese, ecco.

Una cartina di New York come si presentava nel 1850 realizzata da D. H. Burr.

New York: triste, sporca, cattiva e disperata

Buttiamoci a capofitto fra le strade di una città che dovete immaginare molto diversa da come è dipinta nella vostra mente. Il romanzo è ambientato nel 1845, anno nel quale nacque il primo corpo di polizia della città, quelle che vennero chiamate in gergo “le stelle di rame”. Niente divisa, nessun addestramento, solo l’incoscienza di vigilare giorno e notte su strade e vicoli per sedare risse, evitare estorsioni, soccorrere bambini senza famiglia, segnalare situazioni di estrema povertà e… menare le mani. La popolazione che a New York continuava a cresce anche a causa dell’immigrazione irlandese iniziata nel 1820, non riconobbe facilmente autorità alle “stelle”, che dovettero inventarsi metodi operativi, strategie e approcci. Insomma: roba facile.

Vedete, gli altri prevengono i delitti, ma prevenire un delitto è una cosa diversa dallo sbrigliarlo una volta che è stato commesso. Ed è qui che entrate in gioco voi, signor Wilde.

Capitano Matsell

Trama

È proprio qui che incontriamo il protagonista di questo primo romanzo della trilogia, Timothy Wilde, orfano di entrambi i genitori morti in un grave incendio, e barista in una bettola sotterranea che vede alternarsi al bancone prostitute, commercianti, diseredati, creatori di fuochi d’artificio, marinai e immigrati senza lavoro.
Dopo lo scoppio di un gravissimo e devastante incendio, Timothy perde lavoro, casa e i risparmi di una vita, ed è qui, in questo disastro totale, che accetterà quasi in modo involontario, il nuovo lavoro che gli propone il fratello maggiore Valentine, politico democratico dilettante, drogato di emozioni forti ma anche di oppio: Tim entrerà a far parte del nuovo corpo di polizia della città.
Non potendo scendere più in basso se non scavando e non avendo voglia di fare nemmeno quello, Timothy si ritrova con appuntata al petto la stella di rame e inizia la sua nuova non-vita facendo la ronda di notte fra alcuni dei vicoli peggiori della città.
Qui, all’alba, incontra una ragazzina in camicia da notte che vaga senza meta, completamente sporca di sangue. Il suo nome è Bird. Qui inizia la storia: quella visione quasi da incubo non sarà altro che il primo anello di una lunghissima catena di bugie, misteri e deliri del male, con i quali Timothy Wilde dovrà confrontarsi, appoggiandosi anche al fratello Valentine e a tutto il traballante dipartimento di Polizia.

Siamo tutti disastrati, dal primo all’ultimo, ho scoperto, noi poliziotti con la stella di rame del 1845. Trafitti. C’è qualcosa che questa città non ci ha dato, o che ci ha portato via, una carenza che per ognuno assume una forma un po’ diversa. A tutti noi mancano dei pezzi. In tutti noi c’è un vuoto che non riusciamo ad ignorare.

Timothy Wilde

Timothy Wilde

Sono certa che vi sarà capitato di esservi affezionati senza nemmeno accorgervene ad un personaggio di un romanzo. Ecco, posso scommettere una pizza grande sul fatto che sarete cotti di Wilde. Alla fine del romanzo i suoi dubbi, le sue fragilità, la sua forza e il suo senso della morale e della giustizia (mai banali, ma veri come una sberla in faccia) non potranno che avervi lasciato un senso di affetto e di profonda sollecitudine verso di lui. Faye è stata eccezionale in questo (e non solo). Wilde è un talentuoso, un integro, un uomo pieno di fantasmi ma con sentimenti chiari come il riverbero contro uno specchio. Wilde è un detective, solo che nemmeno sa di esserlo. Ha doti incredibili di osservazione – apprese durante la sua carriera di barista e confessore da bancone – intuito a secchiate, gambe leste, un cervello velocissimo e una buona dose di coraggio. È lui che scoprirà il segreto mostruoso che si cela dietro le bugie di Bird, è lui che vestirà quella stella di rame, prima gettandola via in moti d’ira violenti, poi facendola diventare scudo e un punto d’orgoglio senza nemmeno ammetterlo a se stesso.

1849, la rivolta di Astor Place. In primo piano le “stelle di rame”: non avranno nessuna divisa fino al 1854.

MA COM’È QUESTO ROMANZO, QUINDI?

Non credo si sia intuito ma questo romanzo mi ha letteralmente stregata. Sono rimasta immersa a bagno maria nelle sue pagine senza dover mai, nemmeno una volta, correre velocemente nella lettura inciampando in qualche sciocchezza o in qualche noia d’annata.
Faye ha uno stile perfetto, le ricerche storiche sono impeccabili e la trama fonde perfettamente thriller, giallo e romanzo di formazione senza perdere mai originalità e ritmo. Nonostante l’ambientazione ottocentesca non c’è nulla di affettato o rallentato.
Anche se l’intera vicenda si svolge d’estate, avrete serie difficoltà ad immaginare che anche un solo, singolo raggio di sole passi fra le strade di questa New York dai colori steampunk. Insomma, eccezionale. Mi domando quando ne faranno un serie tv: sarebbe assolutamente perfetto.

Consigliato: sì
Adatto agli sherlockiani: sì
Da leggere più volte: 

Lindsay Faye
Il Dio di Gotham
Einaudi
(Non si trova nuovo, ma usato molto facilmente)